Arrivo a Bruxelles
Dall'aeroporto si arriva facilmente in città (che dista circa 50 km) grazie a un servizio di bus (circa 8 euro il biglietto). La prima cosa che salta all’occhio arrivato in città è che nonostante l’enorme quantitá di lavori in atto sulle strade (camion, gru e transenne ovunque) le strade sono ordinate e la viabilità procede indisturbata.
Essendo circa mezzogiorno e mezzo la fame era tanta, e l’unica cosa a cui stavo pensando era mangiare qualcosa di buono e possibilmente locale e bere una buona birra: non potevo che fermarmi a Le Maison de Crepes, una delle migliori creperie della zona!
Free Tour
Girando per Grand Place, la piazza centrale della città, scorgo l'ombrello “Free Tour” di cui avevo visto parlare online.
Mi avvicino e mi unisco a loro, stavano proprio per cominciare il giro: la guida si rivela fin da subito simpaticissima, ci intratteneva con molte battute ma senza mai cadere nella banalità o nel "cringe", sono tutte ben inserite nella sua spiegazione. Il tour comincia dal racconto della leggenda sull’architetto della Brussels Town Hall, che pare si fosse suicidato a causa della torre asimmetrica (più la guardate peggio diventa - divertentissimo!). Si passa poi per il Mannekin Piss, per i murales su TinTin, cattedrali e infine una lussuosa galleria in cui si doveva pagare per entrare, dimostrando così la disponibilità economica. Divertente il fatto che i ragazzi facevano così per farsi vedere sperando in qualche conquista, utilizzando dunque la galleria come una sorta di Tinder dell’epoca.
Mi avvicino e mi unisco a loro, stavano proprio per cominciare il giro: la guida si rivela fin da subito simpaticissima, ci intratteneva con molte battute ma senza mai cadere nella banalità o nel "cringe", sono tutte ben inserite nella sua spiegazione. Il tour comincia dal racconto della leggenda sull’architetto della Brussels Town Hall, che pare si fosse suicidato a causa della torre asimmetrica (più la guardate peggio diventa - divertentissimo!). Si passa poi per il Mannekin Piss, per i murales su TinTin, cattedrali e infine una lussuosa galleria in cui si doveva pagare per entrare, dimostrando così la disponibilità economica. Divertente il fatto che i ragazzi facevano così per farsi vedere sperando in qualche conquista, utilizzando dunque la galleria come una sorta di Tinder dell’epoca.
Murales di TinTin nei pressi di Grand Place
Mannekin Piss
"Tinder" d'epoca :)
Infine, una pausa in una tipica birreria della zona è d’obbligo: la guida è una fonte di cultura anche in questo campo, e mi consiglia una squisita Barbar, una birra al miele.
Birra BarBar al miele: provatela assolutamente!
Questo Tour è un’ottima occasione anche per scambiare due parole con altri turisti: in particolare lo passo in compagnia di un tipo americano che si trova lì per lavoro, lavora per l’ONU in qualità di segretario di qualche persona importante e per questo motivo vola da una parte all’altra del mondo: il tempo è volato in compagnia delle sue storie!
Wolf
Al termine del Free Tour chiedo alla guida (che intanto ha racimolato un bel po' di soldi con le mance di noi turisti) un posto conveniente per mangiare bene senza spendere tanto. Mi consiglia questo luogo, il “Wolf”, al quale mi reco la sera dopo un breve riposino in ostello.
Ingresso del Wolf
Il Wolf è in pratica una grande piazza coperta circondata da tantissimi piccoli ristoranti multietnici, ognuno con un tipo di cucina diversa e a prezzi modesti. La scelta è veramente ampia, alla fine opto per un waffle salato: non male ma nemmeno abbondante. L’aspetto migliore di questo locale per chi viaggia in solitario sono i tavoli in comune: qui è infatti molto semplice iniziare un discorso con qualcuno, non sono presenti solo turisti ma anche molte persone del luogo, tra l’altro principalmente giovani.
Atmosfera di una cena al Wolf
Trovo un posto a un tavolo periferico, qui conosco due ragazzi, lui italiano e lei fiamminga, che mi offrono delle patatine. Il ragazzo italiano ha il padre napoletano, parla decentemente l’italiano ma è nato e cresciuto a Bruxelles, la ragazza non sa l’italiano. Chiedo se ci sono discoteche o cose del genere (stavo raccontando del mio viaggio a Malta), mi citano il Fuse e passiamo a parlare di eventi techno. Si rivelano entrambi ben esperti in materia: lui frequenta eventi importanti circa una volta ogni mese/ due mesi, ad esempio è stato recentemente a vedere Charlotte de Witte, Enrico Sangiuliano, ecc. Lei a prima vista più tranquilla è in realtà più scatenata i lui; entrambi vanno in club perchè apprezzano la musica, approccio in cui tra l'altro mi rispecchio in pieno.
Pub crawl
Arrivo in Grand Place e faccio un po’ di foto in attesa degli altri, veramente bello la sera.
Grand Place
Incontro la guida e il resto del nostro gruppo, salta all'occhio l'australiano gasato. Gli faccio notare che il palazzo è asimmetrico e la torre non è al centro dell'edificio. La guida specifica che c'è molto altro. “The more you look at it, the worse it gets”.
Particolare del palazzo asimmetrico
Poi andiamo in 4 bar diversi: il primo è uno sport bar con decine di schermi: proviamo a spostare un tavolino e una guardia ci minaccia di cacciarci dal locale (ottimo inizio). Tra molte storie, più e meno strane, si comincia a conoscersi, e io piano piano continuo a rendermi conto (vedi la mia prima esperienza a Malta) che i solo travellers sono molto più diffusi di quanto pensassi (potrà sembrare banale ma per me non lo era).
Dopo circa mezz'ora ci trasferiamo in un secondo bar, più “lounge": qui io comincio a legare con l’australiano, che mi racconta del suo viaggio di 3 mesi in europa per il quale ha mollato il lavoro, in attesa di diventare broker al suo rientro in Australia. Racconta poi delle montagne francesi, della voglia di andare in Italia e infine della scomodità dell'Australia, troppo grande e troppo lontana dal resto del mondo occidentale, che spesso costringe a fare viaggi poco frequenti ma molto più lunghi, come quello che stava compiendo lui.
Ghent and Bruges Tour
Le beghine sono donne che hanno creato un movimento religioso che si propone di non sposarsi fintanto che decidessero di vivere come tali. Questo, più che un credo che impone regole clericali come può essere farsi suore in un convento, era più che altro uno stile di vita in alcun modo vincolante: ogni donna poteva decidere liberamente di abbandonare il movimento. Il movimento nasce nel 12esimo secolo, con un gruppo di donne che decide di ribellarsi alla società patriarcale e maschilista che prevede che il lavoro sia solo per l’uomo è la donna debba occuparsi della famiglia. Lavorano in proprio, guadagnano, comprano immobili e suscitano un certo scalpore. Le beghine erano in grado di pagare le tasse e mantenere la loro proprietà, non dovevano appunto abbandonarla: ciò le distingue dalla vita in convento delle suore. Impressionante, è praticamente il primo movimento “femminista” della storia. Peccato che la storia non abbia dato alle beghine la rilevanza e l’evoluzione che si meritavano.
Delirium
Tante birre (8 e passa euro): due delirium, una BarBar, oltre a un’altra birra offerta, tutte da 8°. Divertente anche il tempo passato con il tipo russo, che aveva un cappello grande il doppio di lui.











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